El nestri “Pan e Vin”

 

... Correva l’anno di grazia… molte storie di un tempo incominciano così e noi desideriamo continuare, nel raccontare la nostra Epifania, proprio con questa frase. Era l’anno di grazia 1974 e i componenti del Gruppo folclori-stico di allora, (diversi ne fanno ancora parte) animati dall’entusiasmo dei giovani di sempre, erano fermamente decisi nel voler far rivivere, nel giorno dell’Epifania, una tradizione che con il passare degli anni a Pasian di Prato si era quasi completamente dimenticata: l’accensione, sul far della sera, del falò chiamato localmente “PAN E VIN”. L’ accendere un fuoco, in verità, se non c’era una motivazione non voleva dire gran che ma ci rivolgemmo a un carissimo estima-tore del Gruppo che al tempo conduceva, alla domenica, una rubri-ca radiofonica nella trasmissione che molti ricorderanno dal titolo “IL FOGOLÂR”. La rubrica si chiamava “Une vile e une vilote” ed era condotta dal poeta carnico GISO FIOR. Il carissimo “Giso” ci suggerì almeno due particolari che potevano caratterizzare l’Epifania di Pasian e precisamente: l’offerta del pane e del vino durante la Messa solenne ed il saluto da parte del Decano del paese all’ ultimo nato e quindi una fiaccolata per l’ accensione del “Nestri Pan e Vin”. Il nostro poeta ne parlò alla radio e la partecipazione fu oltre-modo numerosa. Dopo aver presenziato in costume alla Messa della mattina, sul calare della sera, lo ricordiamo come fosse ieri, abbiamo salutato la piccola Martina Degano nata qualche giorno prima e a porgere il benvenuto della Comunità pasianese fu il cav. Pierantonio Chiandetti in qualità di decano del paese. La direzione del fumo del falò, quella sera, era verso “soreli jevât” e pertanto gli auspici prevedevano un’ annata di pace e di prosperità. Era quanto speravamo tutti per il nostro paese e per il mondo. Da quel lontano 1974 sono passati quasi trent’anni e l’entusiasmo dei giovani di quel tempo si è perpetuato in quelli di oggi quasi fosse un’eredità, con la consapevolezza ieri come ora e con giusti-ficato orgoglio, di essere protagonisti e artefici, con altre Associazioni locali, nell’ aver contribuito a salvare un aspetto significativo della tradizione friulana che nel tempo ha assunto una dimensione regionale per nulla fine a se stessa ma propiziatrice della più grande delle Virtù: La Speranza.  

Giorgio, Luigina, Liviana, Enzo, Claudio, Rodolfo

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